1959-1960. Verso il centenario

Corteo piacentino del 10 giugno 1859Se il centenario del 1961 costituì indiscutibilmente un anno di solenne e univoca rievocazione delle patrie memorie – la II Guerra Mondiale e la Resistenza erano da poco alle spalle – in alcune città anche il ricordo del biennio saliente 1859-1860, quello della II Guerra d’Indipendenza e dell’epopea garibaldina, ebbe larghissimo spazio. Ciò avvenne per Piacenza la quale – sulla falsariga del centenario nel 1948 della primogenitura – volle testimoniare l’importanza dei fatti del 1859 (cacciata degli Austriaci e plebiscito per l’unione al Regno Sardo). Non per niente il Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali – formato da istituzioni e associazioni e affiancato da un Comitato Esecutivo di studiosi (doc. 1) - nacque e operò, lungo due distinte amministrazioni, per tutto il triennio 1959-1961. L’impegno finanziario non fu trascurabile: nel solo anno 1959 il Comitato dispose della somma complessiva di 1.500.000 lire, per metà a carico del Comune di Piacenza, 400.000 della Provincia, 100.000 della Cassa di Risparmio e della Camera di Commercio, oltre a contributi minori.

Il 4 giugno 1959 si aprirono i festeggiamenti risorgimentali con una conferenza di Giuseppe Salvatore Manfredi (doc. 2) e il 10 giugno fu «solennemente celebrato in città il centesimo anniversario dell’evacuazione di Piacenza da parte degli austriaci» (doc. 3). Il programma previde manifestazioni nella mattinata (scoprimento di una lapide, Te Deum, corteo e orazione ufficiale nel Teatro Municipale) (docc. 4-5-6-7) e nel pomeriggio l’inaugurazione di una mostra storico-documentaria. Quest’ultima fu allestita, dal 10 giugno al 10 luglio, nel palazzo Lucca-Manfredi di Via Sopramuro 60 sede del nuovo Museo Civico del Risorgimento. (doc. 8)

L'anno 1960 – il centesimo dell'allargamento a sud del disegno cavouriano-garibaldino (doc. 9) – servì soprattutto alla preparazione degli eventi dell'anno dopo. Fu così ad es. per l'Amministrazione Provinciale che proprio in quell'anno compì cent'anni di vita. Essa partecipò, nell'ambito dell'Unione delle Province Emiliane, ai lavori per la realizzazione della Mostra delle Regioni nell'Esposizione di Torino del '61 (doc. 10). In quell'anno festeggiarono il centennio anche altri enti: la cittadina Cassa di Risparmio che prese le mosse dal Monte di Pietà di Piacenza e la Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, fondata come le consorelle di Romagna e per le Antiche Province Modenesi, il 10 febbraio 1860 (doc.11).

Documenti

(doc. 1) Fra i membri si contavano tutti gli eruditi e gli studiosi in attività, da Emilio Nasalli Rocca a Giovanni Forlini, da Giuseppe Manfredi a Ferdinando Arisi. Ne fece parte anche il poeta e commediografo Egidio Carella del quale, fra i verbali delle riunioni del Comitato, ci resta una straordinaria pagina di schizzi e di caricature più o meno evocativi del 1859, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali, (PDF 459 Kb). Carella nel 1959 si fece tra l’altro promotore di una riunione presso la Famiglia Piasinteina «dei discendenti dei protagonisti piacentini del Risorgimento» (in Libertà del 19 marzo 1961);

(doc. 2) La conferenza si tenne nel Ridotto del Teatro Municipale, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali, (PDF 177 Kb);

(doc. 3) Nelle strade fu affisso un altisonante manifesto di saluto a firma del sindaco di Piacenza, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali, (PDF 553 Kb);

(doc. 4) Gli Austriaci abbandonarono Piacenza il 10 giugno 1859 e a ricordo della loro dipartita dalle porte Borghetto e Fodesta nel 1959 fu apposta sulla prima una lapide, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali, (PDF 517 Kb). La duchessa Maria Luisa di Borbone, andandosene da Parma, lo stesso giorno nominò una Commissione di Governo sperando di poter presto riprendere l’esercizio della Reggenza in nome del giovane figlio Roberto I (Cfr. nota 1 della pagina Il 1861 e Quattro Guerre per l'Indipendenza (1848-1918)). Il giorno 11 anche Francesco V d’Asburgo-Este lasciò i suoi ducati;

(doc. 5) Solenne Te Deum celebrato dal vescovo nella basilica di S. Francesco, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali (PDF 544 Kb);

(doc. 6-7) Il corteo dal monumento ai Caduti in Piazza de’ Cavalli si recò nel Teatro Municipale di via Verdi dove si tennero l’orazione ufficiale del senatore Alfredo Conti e un’esibizione corale;

(doc. 8) Nella foto (ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. s.n., fasc. 1950-1960: Comitato comunale per le celebrazioni risorgimentali, (PDF 744 Kb) Emilio Nasalli Rocca illustra i contentuti dell'esposizione, intitolata «Da Maria Luigia al Cinquantanove. 45 anni di storia piacentina», curata da C. Sforza Fogliani e S. Maggi. La prima proposta di un museo del Risorgimento in Piacenza, fatta da Dionigi Barattieri all’inizio del ‘900, fu ripresa dal neonato Comitato dell’Istituto per la Storia del Risorgimento che nel 1937 lo collocò nel palazzo Chiappini di Via 10 Giugno, già studio di Giuseppe Manfredi e sede clandestina della Società Nazionale. Nel 1945 i materiali – che vanno dal primo Ottocento alla Grande Guerra – furono ospitati nel Collegio Alberoni di S. Lazzaro e nel 1959 trovarono ospitalità nel palazzo Lucca in attesa di una sistemazione definitiva nel Palazzo Farnese, com’è attualmente.

(doc. 9) Il 7 maggio 1860, il giorno dopo la partenza dei Mille da Quarto, Vittorio Emanuele II fece il suo solenne ingresso a Piacenza. Il dipinto di Carlo Bossoli (PDF 443 Kb) nel Museo Nazionale del Risorgimento di Torino – che riallestito sarà riaperto nel prossimo marzo - è una delle 108 tempere con scene legate alla II Guerra d'Indipendenza realizzate dal Bossoli. Per un resoconto dettagliato della manifestazione si veda l'articolo di Adolfo Colombo "Vittorio Emanuele II a Piacenza nel maggio del 1860" in Bollettino storico piacentino, v. 6(1911), pp. 145-156;

(doc. 10) La Mostra, avviata dal Comitato Italia 61, prese le sue mosse nel 1959 come si evince dalla lettera del 29 ottobre 1959 al Presidente della Provincia, in ASPc, Provincia di Piacenza, Tit. X, b. 4. Essa aveva una Sezione unitaria distribuita su più temi curati da esperti: ad es. la sezione «La scuola e la lingua» fu affidata a Paolo Serini e Giacomo Devoto; quella de «Le migrazioni interne» a Francesco Compagna; quella su «Le forze armate» allo scrittore Paolo Monelli; quella su «L'informazione» al giornalista Giovanni Ansaldo. Ogni regione poi formò un proprio Comitato; quello emiliano-romagnolo scelse i temi «Le bonifiche e l'industrializzazione dell'agricoltura» e «Le nove città».

(doc. 11) L'atto di fondazione è contenuto in un decreto del Governatore delle Province dell'Emilia Luigi Farini e fu secondo solo all'atto di creazione della Deputazione piemontese. In realtà la Deputazione di Parma e Piacenza fu mutuata da un'associazione privata già esistente da sei anni. Il primo presidente, fino alla morte avvenuta nel 1862, fu lo storico parmigiano Angelo Pezzana (ritratto in Centenario della Deputazione di storia patria per le province parmensi 1962, PDF 94 Kb). Nel 1892 cominciò la pubblicazione della rivista «Archivio Storico per le Province Parmensi». Il centenario della Deputazione comprendente le Sezioni di Parma, Piacenza e Pontremoli fu commemorato il 2 ottobre 1960 nel castello di Soragna.