1848 - Piacenza Primogenita d'Italia

Pietro Gioia, Fabrizio Gavardi, Giovanni Rebasti incontrano Carlo Alberto a SommacampagnaMorta Maria Luigia, alla fine del 1847, in base al Congresso di Vienna fu chiamato a succederle Carlo Ludovico di Borbone, Duca di Lucca, con il nome di Carlo II Duca di Parma e Piacenza..
Come in altre parti d’Italia, dal Regno delle Due Sicilie al Lombardo-Veneto, crebbero, anche nel nostro Ducato (doc. 1), le mobilitazioni per riformare gli Stati italiani e per muovere guerra agli Austriaci nel nome del Re di Sardegna e di Pio IX.
Al termine della sollevazione di Milano (le Cinque Giornate, 18-22 marzo 1848) Carlo Alberto dichiarò guerra all'Impero Austro-Ungarico.

Piacenza, per la sua vicinanza al Piemonte e per il tradizionale desiderio di affrancazione da Parma, si mosse rapidamente. Così si staccò definitivamente dalla città cugina: l'Anzianato il 26 marzo nominò un Governo Provvisorio del Ducato di Piacenza al posto del Consiglio di governo creato in tutta fretta dal governatore Pallavicino in nome del duca. Il nuovo organismo era composto da Pietro Gioia, Corrado Marazzani, Antonio Emmanueli (parroco di S. Francesco), Antonio Anguissola e Camillo Piatti (doc. 2 ). Esso, nella sua breve vita, adottò numerosi provvedimenti fra cui spicca, per la sua simbolica importanza, quello del 27 marzo per cui le mura, le caserme e gli edifici occupati dagli Austriaci passavano tutti al «Comune della città di Piacenza». Il Castello (o Forte) farnesiano veniva, allo stesso modo del convento della Maddalena, demolito per motivi di soccorso pubblico. Al posto del podestà di nomina austriaca all'inizio di aprile fu creato sindaco Fabrizio Gavardi (doc. 3).

Il 31 marzo Carlo Alberto si appellò direttamente alle popolazioni che si erano dichiarate a lui favorevoli e per l'Emilia - in virtù della missione compiuta fra il 28 e il 30 da Pietro Gioia e Giambattista Landi - si rivolge agli «Italiani ... di Piacenza e Reggio (doc. 4).

Il 7 aprile (doc. 5) si aprirono in tutti i comuni del Ducato i registri per il plebiscito per scegliere l'unione fra cinque entità geografiche: Piemonte, Roma, Lombardia, Parma, Toscana. Il risultato, nettamente favorevole all' «aggregazione» al Regno di Sardegna, fu proclamato, con atto del notaio Luigi Guastoni (doc. 6), il 10 maggio nella basilica di San Francesco da Pietro Gioia che in Piemonte ebbe addirittura incarichi di governo in quel 1848 e più tardi nel 1850-1851. Il ministro degli esteri del Regno Sardo, il genovese Lorenzo Pareto, annunciò la «buona nuova» dell'esito plebiscitario e l'annessione del Ducato di Piacenza. Il 17 maggio una delegazione, guidata  da Gioia, portò personalmente la notizia a Carlo Alberto in quel di Sommacampagna (doc. 7). Il Re appellò allora Piacenza «la Primogenita» titolo per cui la città meritò nel 1941 la medaglia d'oro di benemerenza per il Risorgimento Nazionale (doc. 8-9).
In effetti i primi plebisciti si ebbero nell'Emilia: a Piacenza gli scrutini si chiusero il 2 maggio e fatto lo spoglio, risultò che su 37.583 votanti, 37.089 avevano votato per l'immediata annessione, che fu sancita il 10; a Parma si aprirono l'8 maggio, il 25 fu fatto lo spoglio da cui risultò che, su 39.703 votanti, 37.250 erano stati per l'unione, che fu proclamata quel giorno stesso; a Modena e a Reggio, con voto quasi unanime, l'annessione fu proclamata nei giorni 25 e 26.

Alla campagna presero parte contingenti del Regno Sardo e di altri tre sovrani italiani (Pio IX, Leopoldo II di Lorena, Ferdinando II di Borbone) oltre a numerosi volontari entusiasti (doc. 10), fra cui si distinse la Crociata Piacentina, la schiera o «legione» di concittadini, condotti dal conte Zanardi Landi, aggregata alla III Compagnia Bersaglieri Piemontesi. Ma dopo l'iniziale avanzata, le sorti della Prima Guerra d'Indipendenza volsero presto al peggio; in maggio i tre sovrani anzidetti ritirarono le loro truppe regolari. I Piemontesi e i volontari arretrarono fino a Milano dove il 5 agosto capitolarono. Alla fine di agosto a Piacenza si insediò, come Governatore militare, il conte di Thurn comandante del IV Corpo d'Armata (doc. 11).

Il 23 marzo dell'anno successivo, dopo la rottura della tregua, si chiuse con la sconfitta di Novara anche l'esperienza di Carlo Alberto di Savoia.

NOTE

(doc. 1) "Noi Carlo II di Borbone infante di Spagna per Grazia di Dio Duca di Parma e Piacenza, conte di Pontremoli, marchese di Villafranca, Mulazzo, Bagnone", Parma 14 febbraio 1848,ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. 5 (PDF 246 Kb);

(doc. 2) Piatti (Pc 1792-1883) detto senior per distinguerlo dal nipote che fu deputato del Regno nei primi del ‘900 partecipò fin dal 1831 al movimento popolare liberal-democratico e nello stesso 1848 fu eletto al Parlamento subalpino. Ricoprì a Piacenza molti incarichi di prestigio (Camera di Commercio, Banca Nazionale, Consiglio Provinciale) e fu consigliere del Comune di Podenzano.

(doc. 3) Monumento sepolcrale a Fabrizio Gavardi. In alcuni casi i maggiori esponenti del Risorgimento piacentino furono omaggiati, in sede privata-familiare o pubblica, con lapidi, busti, monumenti sepolcrali. Tra questi spicca il monumento di Fabrizio Gavardi al Cimitero Comunale di Piacenza eretto dalla ditta Monti, specializzata in tali opere e autrice di molti lavori per le maggiori famiglie piacentine (Manfredi, Calciati, Roglieri ecc.) o per enti pubblici (ad es. il Comune di Rivergaro per il monumento ai caduti e quello di Piacenza per il busto di Francesco Giarelli). Vedi tra l'altro M. Pizzo, Un museo per la morte: il cimitero di Piacenza, Piacenza, Tip.Le.Co, 2004 (file PDF 573 Kb).

(doc. 4) Proclama di Carlo Alberto di Savoia del 31 marzo 1848 da Lodi. Le truppe piemontesi, portando il tricolore italiano, varcarono il Ticino tra il 23 e il 26 marzo (PDF 538 Kb. L'immagine del proclama dal sito http://www.minerva.unito.it/Storia/Risorgimento/ChimiciRisorgimentoRiunificazione.pdf presentazione in PDF di L. Cerruti, I chimici italiani e il Risorgimento. Verso la riunificazione chimica dell'Italia).

(doc. 5) Proclama con il quale si indicevano votazioni per decidere la futura destinazione della città, che si ridusse a un vero e proprio plebiscito di annessione al Regno Sardo. "Abitanti della città, e territorio del Ducato di Piacenza", Piacenza 7 aprile 1848, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. 5 (PDF 195 Kb);

(doc. 6) Atto del notaio Luigi Guastoni che insieme al notaio Vincenzo Salvetti e ad Antonio Bonora, archivista dell'archivio comunale, procedettero allo scrutinio dei registri di voto, Piacenza 10 maggio 1848, ASPc, Archivio Notarile di Piacenza, Atti dei notai, nn. 20378, notaio Luigi Guastoni, 10 maggio 1948 (PDF 1620 Kb);

(doc. 7) Notificazione. Risultato del voto per l'aggregazione presentata a Carlo Alberto firmato dai deputati Pietro Gioia, Fabrizio Gavardi, Giovanni Rebasti. Piacenza, 17 maggio 1848, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. 5 (PDF 254 Kb);

(doc. 8) R.D. n. 395 del 4 settembre 1898. "Regio Decreto che crea una medaglia d'oro per rimeritare le azioni altamente patriottiche compiute dalle città italiane nel periodo del risorgimento italiano". (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno il 22 luglio 1898, n. 169).

In: Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia : parte principale, v. 2., a. 1898, Roma, Stamperia reale, 1898, pp. 1960-61 (PDF 247 Kb);

(doc. 9) R.D. 322 del 27 gennaio 1941. "Concessione alla città di Piacenza della medaglia d'oro di benemerenza per il Risorgimento Nazionale, istituita col R. decreto 4 settembre 1898, n. 395". (Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 12 maggio 1941).

In: Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, a. 1941, pp. 1751-1752 (PDF 587 Kb);

(doc. 10) Lettera del Libero Crociato Italiano Ludovico Parmigiani alla madre, Sandrà 17 luglio 1848, in "Tribuno del popolo: foglio politico letterario piacentino", a. 1, n. 39, 29 luglio 1848, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, Feste e commemorazioni (1848-1949) (PDF 2908 Kb);

(doc. 11) Avviso. A Piacenza si insedia il conte di Thurn, comandante del IV Corpo d'Armata dell'esercito austro-ungarico, che ordina la riconsegna delle armi. Piacenza, 18 settembre 1848, ASPc, Comune di Piacenza, Governo, b. 5 (PDF 47 Kb).